Nel pensare un simbolo parto unicamente dal senso, lo percorro attraverso la forma ed infine considero la funzione. Se il rapporto tra senso e forma trova un equilibrio la funzione ne scaturirà di conseguenza senza eccessivi sbilanciamenti, in modo pressochè naturale. Il tabernacolo che ho realizzato per Olmo ho visualizzato la possibilità di dare del tabernacolo una visione differente dalla scatola , per quanto sacra , in cui si custodisce il mistero.
Sono partito dalle linee costruttive della architettura della chiesa come per tutti gli altri elementi, altare ,fonte battesimale, ambone, sede. Il tabernacolo come luogo, vera e propria architettura punto d incontro tra quella della chiesa e quella dello spazio . Tabernacolo come universo, in cui si concretano tutte le forze, in cui avviene qualcosa di talmente potente da torcere le forme dello spazio-tempo, trasformazione resa tangibile nell’intelaiatura architettonica del corpo centrale che vuole comunicare il senso di un equilibrio dinamico in costante sbilanciamento .
Il tabernacolo ē in pietra. Riemergono gli elementi costitutivi di tutti i simboli che ho pensato per la chiesa di Olmo: il sangue e l’acqua ,sono presenti anche qui , sull’anta frontale. Definiscono una croce e un quadrato centrale che anticipano la torsione del corpo del tabernacolo, pur mantenendo centralità ed equilibrio in termini di peso visivo. Ho rimosso ogni intento decorativo per focalizzare l’attenzione sul tema formale ed estetico più profondo, senza distrazioni.
